Da un paio di giorni sul web impazzano video e foto che immortalano giovani che imitano e si truccano come Samara Morgan, la protagonista del film horror “The Ring“, mentre spaventano i malcapitati passanti.
In pochissimo tempo il personaggio di Samara è stato avvistato da nord a sud con numerose segnalazioni alle forze dell’ordine.
Inizialmente pensavo si trattasse di un’operazione di guerrilla marketing, ovvero una forma di pubblicità non convenzionale e a basso costo ottenuta attraverso l’utilizzo creativo di strumenti aggressivi che fanno leva sull’immaginario e sui meccanismi psicologici delle persone.
Mi sono dovuto ricredere. La realtà è ben diversa.
Si chiama Samara Challenge ed è l’ultima insensata moda di una generazione in crisi.
Qualcuno la prende alla leggera identificando la “nuova moda” come una bravata adolescenziale, qualcun altro si chiede dove siano i genitori di questi ragazzi “scellerati“, altri pensano alle conseguenze di questo strano e assurdo comportamento, poi c’è chi è arrabbiato e chi ha paura. Insomma, come in ogni cosa l’opinione pubblica si divide.
Di challenge, in questi anni, ne sono apparsi diversi: dal notoriamente triste Blue Whale al macabro Blackout Game e poi tante altre sfide inquietanti che non voglio citare per scongiurare pericolose emulazioni.
Anche il Samara Challenge è pericoloso: i protagonisti corrono il rischio di essere picchiati visto che oramai il trucchetto è stato scoperto.
Ad Afragola in provincia di Napoli, un branco di ragazzi che non ha gradito lo scherzo ha aggredito la ragazza vestita da Samara e solo l’intervento della polizia ha evitato il peggio.
Altro rischio è quello di provocare crisi cardiache a coloro i quali fossero all’oscuro di tale cretinata, cosa che è già avvenuta ad una donna incinta della provincia di Napoli.
In alcuni casi, come avvenuto a Catania, il personaggio ha anche utilizzato un coltello per spaventare i passanti. L’utilizzo del fendente, per gioco o meno, è un segnale molto grave: oltre al rischio legale in quanto trattasi di reato di procurato allarme, vi è anche il rischio che qualche malintenzionato possa utilizzare il travestimento per compiere dei veri crimini.
«È un delirio irrazionale che va immediatamente fermato» chiede in una nota indirizzata alle forze dell’ordine, il Consigliere Regionale della Campania Francesco Emilio Borrelli.
Qualcuno si chiederà come mai nascono questi fenomeni. Non è facile indagare sui motivi: noia, perdita di valori, incoscienza dovuta all’età, troppi stimoli provenienti da un mondo (come quello social) che impone ogni giorno nuove sfide. Forse un mix di tutto questo.
La noia, a mio avviso, credo sia uno dei motivi determinanti; non è un caso se gli studiosi l’hanno definita il “nuovo malessere giovanile“.
I giovani sembrano oggi ovattati da una coltre spessa di noia. Non hanno interessi e passioni. La noia che esprimono può essere legata all’insoddisfazione, all’aver smarrito il vero senso della vita. E dalla noia può nascere la spinta irrefrenabile verso il divertimento che appena terminato fa ripiombare nella noia che non può, se non illusoriamente, ricoprire il vissuto doloroso del vuoto.
Non è solo un mio pensiero, anche noti studiosi come Galimberti, Borgna, Adler, Frankl e Grandi sostengono che l’origine del vuoto e di conseguenza della noia sia da attribuire alla perdita di senso. Una perdita dovuta a una continua insoddisfazione.
Il dottor Guido Milanese, noto psichiatra salernitano, ha infatti definito il Samara Challenge un “gioco pericoloso che dimostra tutta l’insoddisfazione dei giovani d’oggi” (fonte). E mentre le famiglie chiedono aiuto e le istituzioni propongono ricette che non sortiscono alcun effetto, i giovani manifestano sempre di più il loro disagio.
Esiste un rimedio a questa noia che non sia un palliativo, una soluzione momentanea, un espediente umano?
Sappi che Dio può appagare il tuo cuore e se è vero che il futuro non è una garanzia e il passato è già passato, è anche vero che il presente è nostro. Dio può portarci a ciò che ha in serbo per noi solo se gli permettiamo di stare con noi oggi, nel presente. Non serve un evento o una frase specifica. Dio è nel presente, proprio dove ti trovi in questo momento.
Invece di sfidare la vita con inutili challenge, ti invito a sfidare Dio, chiedendogli di mostrarti ciò che ha preparato per te.
© Emanuele Fardella, 2019
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