La trap come disagio giovanile? Ecco i testi shock

La strage del 7 dicembre di Corinaldo che ha portato alla morte 6 persone durante quello che doveva essere un “semplice” concerto dell’artista Sfera Ebbasta (di cui non ha alcuna responsabilità diretta rispetto al fatto accaduto) ha riacceso i riflettori su un genere molto in voga negli ultimi anni, la trap.
Nonsense, ironia, volgarità, violenza, droghe e argomenti scorretti sono gli ingredienti di questo genere musicale che risulta essere il più ascoltato in Italia nel 2018.
photo209_trapIl giornalista musicale Pierfrancesco Pacoda in un’intervista ha affermato che “musica e società sono assolutamente indissolubili“. Nulla di più vero.
In effetti se da un lato la musica è sì una conseguenza della società che crea artisti, è anche vero che tali artisti influenzano a loro volta la società attraverso la loro arte. Ritengo, quindi, che osservare la musica sia la maniera migliore per leggere la società. “Buone musiche generano buoni costumi” si diceva nell’antica Grecia e a quanto pare non si sbagliavano. La trap ha una forza immensa, modella la cultura giovanile partendo dai ragazzini di dieci anni, invade in maniera travolgente il mercato della musica e la società italiana. È il riassunto del disagio, usa parole che servono a rimarcare il vuoto che i giovani si trovano costretti a vivere quotidianamente. Vive nella superficialità.
Nella trap i temi trattati sono gli stessi in ogni canzone: droga, alcol, soldi, la cosiddetta vita di strada, vissuta in gioventù dai principali artisti della scena.
Un’interessante riflessione sul fenomeno è stata pubblicata anche dall’autrice Marisa Giudice nel suo blog.

photo208_sfera_ebbastaUno dei maggiori esponenti di questo genere musicale è Gionata Boschetti, in arte Sfera Ebbasta che ha raggiunto la popolarità qualche anno fa con il suo stile esuberante e appariscente. Fonde moda street, capi d’abbigliamento griffatissimi, accessori colorati e non rinuncia mai agli anelli di diamanti, ostentando spesso la sua ricchezza sui social.
Avete mai analizzato i suoi brani? Ecco parte del testo di “Hey tipa“:

Hey tipa. vieni in camera con me!
Quanto sei porca dopo una vodka
io non lo so cosa ti faccio
però mi cerchi lo so che ti piaccio
sono una merda ragiono col c***o
oggi ti prendo, domani ti lascio
Hey tipa! vieni in camera con me! e portati un’amica po-portati un’amica!
Hey tr**a! vieni in camera con la tua amica porca
quale? quella dell’altra volta
faccio paura,
sono di spiaggia
vi faccio una doccia, pinacolada

bevila se sei veramente grezza, sputala
poi leccala leccala
limonatevi mentre Gordo recca
gioco a biliardo, con la mia stecca
solo con le buche
solo con le stupide
‘ste pu****e da backstage sono luride che simpaticone!
vogliono un c***o che non ride
sono scorcia-tr**e
siete facili, vi finisco subito

Non ci vuole di certo un critico musicale per capire come questa canzone sfori di gran lunga nella volgarità e nel sessismo.
Tra la sua discografia anche
 il brano “Ciny” di cui vi riporto alcuni versi:

Tiro su una canna lunga mezzo metro
Passo nel quartiere sopra un mezzo nero
La tua tipa chic succhia il mio Solero
E a te non ti pompa, fra, ti fa un Pampero
Grossi scarsi, grossi babbi fanno gossip, noi
Con due pacchi troppo grossi nel back dell’Enjoy
Sbirri guardano dall’alto, foto polaroid
“Sorrido sempre, ciao”, sì ma fatti i c***i tuoi
Il tuo flow ebola, il mio flow Legolas
Cheese accrai, Emmental, poi ci si regola
Ed è chiaro che con noi non fotti
Come con lei quando ti fai i pippotti

Ma il degrado e la pochezza di contenuti sono tangibili anche nei testi dei Dark Polo Gang. Questo il testo di “Cavallini“:

Sogno montagne di soldi e i vari modi per spenderli
Giochi con la Gang, mio fratello alza un cannone
Hai problemi di pressione, non ti si alza il cannone
La tua tipa è una cagna, vuole un guinzaglio e un padrone
Siamo animali, tu sei Leone il cane fifone
Giro una canna d’erba grossa come un filone, di pane
Sto pensando ad alzare il mio pane
Cinque grammi, sto fumando il dito di un gorilla
Nella padella pollo e cocaina
Trasformo pacchi in contanti in orologi
Mamma conta bene i soldi,
tr**a sta lontano dai miei sogni

photo210_dark_polo_gang

Anche nell’ultimo singolo di DrefGold dal titolo “Nuvola” ci sono riferimenti più che espliciti agli stupefacenti e alla morte:

Sono sempre in aria e non sento nada,
qui c’è gente che parla ma io sono zitto e guarda:
sto sulla mia nuvola, nella mia nuvola,
con la mia nuvola in aria nel nulla
Sai che faccio questa merda
Fino a quando sono morto
Sc**o una tipa, dopo la lascio subito (la lascio subito)

Come già evidenziato, la droga è una delle protagoniste dei testi trap. Gli stupefacenti che compaiono in video e canzoni sono soprattutto due: la marijuana e la codeina, un oppiaceo che mescolato a bibite gassate crea un cocktail noto come Purple Drank. Ma come è possibile rendere accettabilmente cool una droga che può anche rivelarsi letale?  Perché la trap e i messaggi che essa propone piace così tanto ai giovani?
Ce lo spiega Paola Zukar, la signora del rap italiano, manager di numerosi trapper italiani:

La trap è molto seguita per due motivi: il primo è la noia della musica italiana che con i suoi testi d’amore sempre uguali non riesce a rinnovarsi. Il secondo è che la trap è la colonna sonora di Instagram, è adatta a fare da sfondo musicale alle Stories. È un genere che non richiede troppe capacità tecnico artistiche. Però… è anche una fotografia del disagio contemporaneo. Usa parole vuote che servono a sottolineare il vuoto, la mancanza di tempo, l’estrema brevità e superficialità del mondo in cui queste stesse canzoni vengono ascoltate

Condivido personalmente il pensiero di Paola Zukar ma sottolineerei come questi artisti non si limitino a rappresentare uno stato di disagio giovanile ma lo amplificano creando nelle nuove generazioni un vuoto ancora più grande. Sono artisti giovanissimi che hanno un atteggiamento del tipo “non mi interessa il domani”, “sono orgoglioso di essere ignorante”, “spendo tutto in brand di lusso”. Messaggi che fotografano il disimpegno di una generazione che ha fatto del nichilismo la propria bandiera.

Ed è proprio questo senso di vuoto che rende i giovani maggiormente vulnerabili in un mondo in cui il nulla si aggira tra loro, penetra nei loro sentimenti, confonde i loro pensieri, cancella prospettive e orizzonti, fiacca la loro anima. E mentre le famiglie si allarmano e la scuola non sa più cosa fare, solo il mercato si interessa di loro per condurli sulle vie del divertimento e del consumo, dove ciò che si consuma non sono tanto gli oggetti che di anno in anno diventano obsoleti, ma la loro stessa vita, che non riesce più a proiettarsi in un futuro capace di far intravedere una qualche promessa.

Il presente diventa un assoluto da vivere con la massima intensità, non perché questa intensità procuri gioia, ma perché promette di seppellire l’angoscia che fa la sua comparsa ogni volta che il paesaggio assume i contorni del deserto (cit. Umberto Galimberti).

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Se però facciamo lo sforzo di mutare il nostro sguardo sulla realtà ci accorgiamo che oltre il deserto c’è un’oasi di speranza: Dio.
Confida nel Signore con tutto il cuore e non appoggiarti sulla tua intelligenza; in tutti i tuoi passi pensa a lui ed egli appianerà i tuoi sentieri” (Proverbi 3:5)
Si può riporre piena fiducia in questa promessa, perché Dio è leale, non cambia e mantiene sempre la parola. Vuole il meglio per noi e, se ci atterremo sempre a ciò che viene detto nella sua Parola, la Bibbia, ci aiuterà ad affrontare con successo questi tempi sempre più difficili.

© 2018 Emanuele Fardella

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