L’uscita del videoclip di Yummy, il singolo che ha decretato il ritorno sulla scena musicale di Justin Bieber dopo una lunga pausa, all’inizio di quest’anno, ha creato una grande polemica. Sì perché quel video, all’apparenza divertente, colorato, spensierato potrebbe nascondere un messaggio subliminale decisamente oscuro.
Nel 2019 in uno dei momenti emotivamente più delicati dell’artista, Justin tenne un discorso nella chiesa della quale è membro (Justin Bieber è un cristiano evangelico) durante il quale avrebbe fatto una scioccante dichiarazione. Avrebbe affermato di essersi allontanato dai riflettori a causa della cattiveria insita nell’industria musicale e raccontato subito dopo la storia di un ragazzino, al quale non attribuì un nome per rispettare la sua privacy, vittima di abusi proprio in quell’ambito. Un ragazzino che voleva solo realizzare il suo sogno musicale ma che si trovò faccia a faccia con la terribile realtà del dietro le quinte. E non sono pochi a credere che quel ragazzino di cui Justin parlava, in verità fosse lui stesso.
Il problema degli abusi sui minori nel mondo dello spettacolo non è nuovo. In passato diversi artisti hanno cercato di scoperchiare il vaso di Pandora come l’attore Corey Feldman, la cantante Lauryn Hill, l’attrice Roseanne Barr e ancora la figlia adottiva di Woody Allen, Dylan Farrow.
Che il video di Yummy sia anch’esso una forma di denuncia sulla pedofilia? Analizziamo il video.
Nella prima scena quando Justin entra nella sala principale vengono inquadrati quattro musicisti. La prima cosa che salta all’occhio è che si tratta di bambini: se stanno suonando uno strumento, si suppone che lavorino nell’industria della musica e quel che stanno facendo in quel preciso istante è intrattenere, esattamente come fanno tutti gli artisti in qualsiasi campo.
Il problema nasce nel momento in cui ci rendiamo conto di chi sono le persone alle quali stanno suonando: adulti.
Bambini che intrattengono adulti con certe caratteristiche che li rendono quasi delle caricature. Il loro modo di vestire e comportarsi suggerisce che siano molto ricchi, eccentrici, membri di un’élite. E sono lì, seduti a tavoli pieni di ogni tipo di leccornie: dolci a profusione, patatine fritte, pietanze che consideriamo spesso un capriccio o addirittura proibite, ma lì ce n’è in abbondanza, e loro continuano a cibarsene avidamente.
La continua enfasi sul mangiare va in crescendo, fino ad essere rappresentata come un qualcosa di vizioso, un appetito insaziabile.
Seduto al fianco di Justin è presente un personaggio che spicca tra gli altri, che viene inquadrato parecchie volte ed è spesso al centro dell’attenzione. Se si studiano le sue caratteristiche fisiche è facile metterlo in relazione con un personaggio politico di spicco che prende il nome di John Podesta.
Nel 2016 l’account personale di Podesta, responsabile della campagna presidenziale di Hillary Clinton, fu hackerato e le sue mail personali vennero pubblicate dai media. Molti giornalisti sostennero che quelle mail contenessero messaggi in codice che collegavano alti funzionari del partito democratico e diversi ristoranti statunitensi (una delle imprese presumibilmente coinvolte era la pizzeria Comet Ping Pong di Washington) con un presunto traffico di esseri umani e abusi di minori.
Ma lo scandalo, che prese il nome di Pizzagate, venne prontamente smentito dalle autorità competenti.
Nella scena finale la sala è vuota, c’è solo Justin seduto al tavolo e non molto lontano da lui di nuovo il personaggio chiave del video. E chi è solito fermarsi fino alla fine di una festa? Chi è l’ultimo ad andarsene? Non sarà mica l’organizzatore? In effetti, a suo tempo, John Podesta fu accusato di essere il leader dell’organizzazione criminale.
Il videoclip termina con un frame che alla luce di quanto detto finora risulta agghiacciante. Si tratta dell’inquadratura di un piatto vuoto con al centro l’immagine di Justin da piccolo e la scritta Yummy (delizioso).
Inoltre Justin ha anticipato l’uscita di questo suo nuovo singolo con la pubblicazione, sul suo profilo Instagram, di innumerevoli foto di bambini/neonati seguiti dall’hashtag #yummy, come se volesse evidenziare in qualche modo il significato nascosto della canzone.
Sebbene una spiegazione del genere possa far pensare che la chiave di lettura sia sicuramente questa, c’è anche chi afferma che si tratti dell’ennesima paranoia cospirativa. Il fatto che nel video di Yummy ci sia una persona dalle caratteristiche simili a John Podesta potrebbe essere solo un caso.
Ora, non voglio entrare in merito alla vicenda del Pizzagate, ma solo limitarmi ai fatti, a ciò che si vede sullo schermo, ed è inequivocabile che il video di Yummy contenga un messaggio. Nessuno potrà contraddirmi quando dico che un video musicale viene quasi sempre studiato affinché trasmetta un’idea di fondo. La presenza dei bambini che intrattengono gli adulti è più che chiara, e anche quella di persone adulte che si presentano come soggetti insaziabili. Di certo questi due elementi non sono stati messi lì a caso. Si sa che nel mondo del cinema, della musica esistono e sono esistite persone con cattive intenzioni e che quindi gli abusi sui minori non sono una favola.
Sono quasi sicuro che il video di Justin sia una forma di denuncia sottile, ben pensata, che voglia far riflettere su questo grande problema.
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