Il terribile fatto di cronaca nera che ha visto coinvolti Viviana Parisi e suo figlio Gioele, ha messo in luce un genere di musica che non tutti conoscono. La signora Parisi, infatti, era una dj dell’hardstyle, conosciuta come Express Viviana e vantava rinomatissime collaborazioni con diversi artisti dell’ambiente.
Prima di proseguire, intendo mettere in chiaro la motivazione di questo articolo. L’intento non è di trovare una correlazione tra l’hardstyle e il tragico evento della signora Parisi, ma di realizzare un focus su un genere di musica che risulta sconosciuto ai più.
In questi giorni ho ricevuto alcune email in cui mi veniva chiesto un parere su questo stile. Come molti di voi già sanno, sono un ex dj e nel corso della mia breve carriera, anch’io ho suonato questo tipo di musica che in seguito ho deciso di abbandonare. Di seguito le mie riflessioni!

L’hardstyle è un genere che deriva dalla musica techno hardcore, dato che vi sono presenti alcuni elementi in comune, come i bassi, la ritmica pesante e la velocità costante.
Talvolta, i brevi testi di queste canzoni contengono riferimenti al satanismo o a cose illecite come alcol e droga. Tra i più inquietanti quelli del dj Ophidian come “End the Earth“, oppure “Walk” di Detest and The Satan. Ma potrei citarne tantissimi altri.
Numerosi sono gli eventi che ogni anno vengono organizzati per radunare gli hardstylers e tutti gli appassionati di questo genere di musica. Si tratta di festival e rave (quest’ultimi alle volte anche illegali, cioè non autorizzati) i cui i protagonisti sono la musica assordante, dai ritmi frenetici, e talvolta anche l’alcol e la droga. Si perché gli stupefacenti, secondo il parere di chi frequenta questi raduni, “migliorano l’esperienza hardstyle“. Ovviamente non tutti fanno uso di droghe pesanti e non intendo generalizzare, ma il ritmo sincopato e monotono di questo genere di musica sembrerebbe facilitarne il consumo.
Alla domanda “È vero che in questi eventi la musica ti fa perdere il controllo?” un giovane di 23 anni ha risposto, al giornalista de “Il Resto del Carlino“, così:
“Ai rave si ascoltano ininterrottamente brani che uniti agli stupefacenti ti prendono la testa e ti mandano in trance. Chi va a queste feste ci va per uscire dalla realtà, non ci sono altri motivi.” [fonte]
Anche se eventi importanti come il Qlimax, che si tiene ogni anno nei Paesi Bassi, e il Defqon.1 hanno un regolamento che vieta l’ingresso a chi fa uso di alcol e droghe, talvolta, tra migliaia di persone, è facile che la situazione sfugga di mano, così come già successo al Time Warp Argentina 2016, il festival della musica techno hardstyle, in cui 5 giovani di vent’anni sono morti, durante l’evento, dopo aver assunto stupefacenti, mentre decine sono finiti in ospedale.
Altro elemento che contraddistingue questi eventi è l’atmosfera, il più delle volte, tetra e oscura; dalla scenografia alle performance dei dj che si susseguono sul palco, durante i quali nei maxi-schermi vengono proiettate immagini psichedeliche e talvolta sataniche.
Il festival Mysteryland 2016 è iniziato con una voce che ha pronunciato delle parole agghiaccianti: “La verità che giace dentro, a volte, è quella del peccato malvagio” mentre il trailer del festival Defqon.1 Australia 2016 presenta l’evento come un rituale: “Sangue di drago. Sacrificio. Ti prepariamo per un rituale di risveglio. La nostra linfa vitale che ci unisce tutti. Il sangue di drago lega mille anime“.



La giornalista Bianca Bosatra definisce questi eventi come “sciamanismo modernizzato“, una sorta di rituale collettivo. Basti vedere alcuni trailer di questi mega-eventi per rendersi conto di ciò di cui sto parlando.
Una delle scene più raccapriccianti l’ho notata in Sensation Black, altro evento di musica hardstyle e hardcore che si tiene ogni anno in svariate parti del mondo. L’edizione del 2015 prese il via con delle donne seminude sulla croce.

Inoltre, spesso questi raduni durano ore, talvolta giorni. Il One Day Music che si svolge alle pendici dell’Etna dura 24 ore. Il Shade Music Festival, che si svolge ogni anno in Lombardia, propone 48 ore di musica techno non-stop. Può un ragazzo (in piedi, nella calca) riuscire a ballare senza sosta per due/tre giorni consecutivi senza l’ausilio di sostanze stupefacenti?
Salvatore Bernocco, presidente del movimento “Ruvo Democratica e Cristiana” definisce i rave “uno spettacolo deprimente, la trasposizione in chiave moderna di un girone dantesco, con i dannati costretti a ballare senza sosta“.
Secondo il sito cristiano krestanem.cz questi raduni “schiavizzano i giovani. Eserciti di demoni sono presenti a questi eventi, dove grazie all’atmosfera ipnotica, alla manipolazione, alla suggestione, le persone vengono messe in uno stato di trance (che è la porta dei demoni). Queste persone diventano burattini di Satana.” [fonte]
I giovani di oggi (non tutti fortunatamente, così come non tutta la musica hardstyle ha a che fare con queste cose) sono anestetizzati dalla noia, assordati dalla musica, ammaliati dal canto delle sirene del mondo d’oggi.
Ciò che mi chiedo è: come far comprendere ai giovani quanto possa essere dannoso tutto questo per la loro vita?
Di certo c’è che il disagio nasce nelle famiglie, sottoposte a forti tensioni endogene ed esogene, e dilaga nella società. Se la famiglia è malata, lo è anche la società. Se l’individuo è malato, lo è anche la coppia. Occorrerebbe quindi ripartire dalla persona umana, dalla sua rieducazione, da un progetto di nuova evangelizzazione che sia nel contempo spirituale e culturale.
Certi modelli di vita (meglio dire “di morte”) vengono da idee filosofiche malate, subdolamente penetrate nella mente dell’uomo, in cui l’accento è posto sulla morte o l’inutilità o l’assenza di Dio. Poiché da idee marce non possono che nascere comportamenti marci, i risultati sono sotto gli occhi di tutti: giovani dalle vite spezzate, figli e figlie di uomini e donne che hanno confinato Dio nei perimetri delle chiese o fra i miti e le favole.
© 2020 Emanuele Fardella

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