Avril Lavigne: “Mi sono innamorata del diavolo”

I Fell in Love with the Devil“, che letteralmente significa “Mi sono innamorata del diavolo” è uno dei brani contenuti nel nuovo album della cantante canadese Avril Lavigne.
L’artista è tornata sulla scena musicale dopo una pausa forzata di quattro anni a causa di una debilitante malattia che l’ha colpita nel 2015.

Mentre lottava per la vita, Avril scrisse il testo di “Head Above Water“, un brano quasi religioso, che trasuda gratitudine e forza di volontà.:

Dio, tienimi la testa fuori dall’acqua,
non lasciare che anneghi, diventa più difficile.
Ti troverò lì sull’altare
mentre cado in ginocchio

La canzone, a pochi mesi dall’uscita, riscosse notevole successo nell’ambito cristiano tanto da posizionarsi al quinto posto della classifica delle canzoni cristiane Hot Christian Songs.
Molte testate giornalistiche parlarono di una riscoperta della fede della cantante, qualcuno ipotizzò persino che l’artista si fosse introdotta nel genere della musica cristiana. In realtà l’interprete di “Complicated” non ha mai parlato pubblicamente della sua presunta svolta spirituale. Se volessimo ricercare alcune sue dichiarazioni dovremmo ritornare nel 2013 quando in un’intervista fece riferimento alle sue radici religiose:

“Andavo in chiesa tutte le domeniche della mia vita e frequentavo anche la scuola domenicale. Certo, questo ti influenza più tardi”  [fonte Musik Express

Non c’è mai stata una dichiarazione pubblica se non qualche tweet di ringraziamento a Dio nel corso degli ultimi anni. Lei stessa si disse sorpresa alla notizia che il suo brano “Head Above Water” avesse raggiunto la top ten della Christian Billboard.
Detto ciò, Avril Lavigne non è una cantante cristiana nel senso più stretto del termine, cioè la sua musica non appartiene al genere christian music nonostante il suo ultimo album avesse molti riferimenti religiosi.

photo251 avril lavigneIl nuovo singolo “I Fell in Love with the Devil“, pubblicato in rete qualche giorno fa, ha fatto storcere il naso a molti suoi sostenitori sia per il titolo provocatorio (Mi sono innamorata del diavolo) sia per il testo:

Mi sono innamorata del diavolo
E ora sono nei guai
Mi sono innamorata del diavolo
Sono sotto il suo incantesimo
Qualcuno mi mandi un angelo
Per prestarmi un’aureola
Mi sono innamorata del diavolo
Per favore, salvami da questo inferno

Anche a me ha destato sospetti ma prima di trarre delle conclusioni affrettate mi sono prodigato ad ascoltare l’intero album.
Traducendo i singoli brani rigorosamente nella sequenza della tracklist emerge un forte legame tra un pezzo e il successivo. L’album, infatti, sembra sia stato concepito come un’unica storia in cui ogni canzone è un episodio della vita dell’artista nel periodo della sua malattia.

Se in “I Feel in Love with the Devil” si narra di una relazione tossica proponendo una serie di immagini religiose, tra le quali una figura demoniaca e una figura angelica; nella canzone successiva “Tell Me It’s Over”, invece, Avril sottolinea la necessità di porre fine proprio a quelle relazioni tossiche che ci danneggiano.
Ascoltando poi “Goddess“, l’artista affronta un’inedita sicurezza donatale dall’arrivo di un nuovo grande amore. In “It Was in Me“, invece, si esaltano i valori della fede e della fiducia in se stessi.
La traccia che chiude l’album è “Warrior” in cui la cantante racconta di essersi trovata a combattere diverse avversità durante la malattia, ma ricorda di essere una guerriera, di non essersi arresa e di aver alla fine trionfato.

Personalmente posso dire che ascoltando l’intero album e traducendo ogni singola canzone è evidente l’intenzione del disco e dell’artista: quella di offrire conforto all’ascoltatore. I testi, quasi tutti autobiografici, portano con sé messaggi positivi e incoraggianti.

Nel caso di “I Feel in Love with the Devil“, come già specificato, si parla di un amore malato, di una ragazza che si innamora della persona sbagliata dalla quale non riesce a liberarsi. Lo fa servendosi di alcune figure retoriche religiose. Dal testo non si evince nessuna esaltazione del male, né della figura del diavolo.

Quindi, pur non essendo un grande estimatore di Avril Lavigne credo sia opportuno rendere merito a chiunque usi la musica per veicolare dei buoni e sani messaggi. Cosa al giorno d’oggi assai rara. 

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