Fedez: “Non sono un grande esempio per i giovani”

Federico Leonardo Lucia, meglio conosciuto con lo pseudonimo Fedez, è il rapper più irriverente della scena musicale italiana. I testi delle sue canzoni sono delle aspre critiche contro la politica, la chiesa e la televisione. Eppure anche lui ha lavorato nel piccolo schermo: nel 2014 ha partecipato all’ottava edizione di X-Factor in veste di giudice. E non disdegna neppure le ospitate in TV (Amici, The Voice, Le Iene, Le Invasioni Barbariche, Maurizio Costanzo Show, Reputescion… ).

Nei suoi concerti non si limita a cantare ma la musica si interseca con la polemica contro la società fortemente presa di mira dal cantante. La musica rappresenta, quindi, lo sfondo ideale per parlare d’altro. Fedez è convinto che i cantautori tramite la musica possano lanciare dei veri e propri messaggi ai giovani. E in effetti, la musica è un mezzo molto potente che può raggiungere facilmente il cuore e la mente di milioni di persone. D’altronde il rapper milanese ha capito perfettamente che giocare il ruolo dell’anticonformista, trattando argomenti da consensi immediati, è vantaggioso per la sua carriera. La sua ribellione nei confronti della società e del “potere” gli ha assicurato un posto importante nel mercato discografico conquistando il pubblico dei giovanissimi. Sì, sono proprio i teenager che riempiono i palazzetti durante la sua tournee in giro per l’Italia.

A questo punto, ci si chiede come mai il pubblico di Fedez è costituito, perlopiù, da adolescenti? È vero che il rap è un genere musicale amato principalmente dai giovani, ma c’è da considerare, dal punto di vista sociale, che l’adolescenza è costituita dagli anni della disillusione: l’amore non è come lo si pensava, l’autorità dei genitori è rimessa in discussione, si scopre che la bugia è alla base di tanti meccanismi del sistema in cui viviamo. Tutto comincia a incrinarsi, perché poco prima c’era l’infanzia e l’idealizzazione. Inizia così la ribellione e l’identificarsi in artisti come Fedez, considerato vero e proprio idolo circondato da una venerazione quasi “religiosa”, permette ai giovani di sentirsi capiti, come se l’artista fosse il portavoce del loro stato d’animo disilluso.

Attraverso la sua musica, dunque, i giovani hanno la possibilità di avvicinarsi ad argomenti nuovi, scomodi e critici. Temi che suscitano negli adolescenti sentimenti di disprezzo verso tutto ciò che li circonda alimentando, ancora di più, il loro senso di inadeguatezza nella società odierna.

È innegabile che nella nostra società ci siano tante cose che non funzionano e l’esposizione di opinioni diverse non soltanto non sono da censurare ma, anzi, sono auspicabili. La critica, se costruttiva, può essere un punto di partenza fondamentale per migliorarsi ed imparare cose nuove.

Il disappunto di Fedez, invece, è volutamente provocatorio, fatto anche di insulti e blasfemia, e sembra essere costruito ad arte per creare polemiche, scandali e soprattutto business. Anche Fedez, che si auto definisce “diversamente rapper”, sembra piegarsi alle strategie di marketing per cavalcare l’onda del successo.

fedez_tour_concerti

Nei suoi concerti, Fedez ci mette tante parole. Quelle delle rime taglienti dei brani e anche quelle dei monologhi altrettanto affilati (firmati con Matteo Grandi) che giocano sulle definizioni di termini come populismo, coerenza, meritocrazia, amore e conformismo. Critica la “televisione spazzatura” ma i suoi concerti sono più trash di un programma di Barbara D’Urso che viene raffigurata come la Madonna protettrice della tv del dolore. Si traveste da assorbente macchiato per parlare di pubblicità, mentre un tizio sul palco travestito da pene gigante balla a tempo di musica. A seguire, un’enorme orologio con un Gesù in croce a fare da lancette.

I suoi concerti sono stracolmi di bambini e ragazzini e Fedez sa perfettamente di parlare ad una platea ancora acerba. Nella zona sottopalco sono tutti ragazzi sotto i 16 anni. Non che ci sia qualcosa di male, se solo Fedez parlasse alle nuove generazioni con uno spettacolo pesato e impacchettato per un pubblico teen. Ma evidentemente a lui non importa. È consapevole di utilizzare un linguaggio “adulto” per un pubblico “giovane”, troppo giovane per cogliere l’ironia di “Alfonso Signorini (eroe nazionale)”, o i doppi sensi del brano “Pensavo Fosse Amore” in cui definisce Nicole Minetti, come una “Bocca di Rosa 2.0”. Molti dei suoi fans, magari non sanno neanche chi sia Nicole Minetti o ignorano la vicenda Eternit.

D’altronde lui stesso in un intervista rilasciata a Giorgia Gangi ha dichiarato:

“Sicuramente non sono un grande esempio per i giovani” [fonte https://shar.es/1265AR]

Il suo modo di fare critico e accusatorio non fa altro che diffondere e accentuare la cultura dell’odio, come ha affermato Francesco Facchinetti che, etichettato da Fedez come “figlio di”, ha risposto ai suoi attacchi:

Ci seguono milioni di ragazzi e l’esempio che dai è allucinante. Sul web, di odio, ce n’è già abbastanza e i giovanissimi lo praticano con troppa facilità. Dovremmo insegnare il rispetto, il nostro esempio è importante

facchinetti_fedez

Facchinetti è solo uno dei tanti di una lunga lista di persone attaccate da Fedez per catalizzare su di sé l’attenzione e prolificare le vendite. Rilascia interviste e tweet in cui spara a zero su chiunque, sperando che le vittime delle sue polemiche abbocchino e si creino casi mediatici. Ci prova con chiunque, da Renzi a Brunetta, da Gasparri a papa Francesco, da Barbara D’Urso a Costantino della Gherardesca, scrive pure l’inno dei grillini. Insomma, forte di questa sovraesposizione, i risultati non sono tardati ad arrivare.

Fedez è un’artista considerato libero da modelli e stereotipi ma forse pochi hanno notato che i suoi album sono basati su frasi fatte, caricature, luoghi comuni sui vip, stigmatizzazioni stereotipate sui vizi più derisibili degli italiani, invettive contro il mondo della tv e del pubblico che la guarda, e frasi che innestano la risata facile senza che abbiano necessariamente senso o siano contestualizzate all’interno della canzone. Molti, però, pensano che il suo modo di fare sia spontaneo e totalmente scevro di ogni potenziale pre-studio. Niente di più sbagliato. Fedez è un prodotto dell’industria musicale: c’è chi scrive le sue battute, chi prepara i suoi interventi pubblici, chi cura la sua immagine, chi realizza le sue esibizioni. Insomma, non è un cane sciolto come vorrebbero farci credere.

banner03

Spesso nelle sue canzoni cita Massoneria e Illuminati screditando un argomento complesso e sottovalutato da molte persone. Tra i tatuaggi che ha sul corpo spicca la piramide con l’occhio di horus, simbolo che richiama la setta degli Illuminati e il volto di Gesù piangente sul basso ventre, con la corona di spine sul capo. Il disegno è accompagnato dalla scritta “Oh my God!!” dove la “O” è rappresentata dall’ombelico del cantante. Devozione o cattivo gusto? Dubito che si tratti di devozione dato che spesso nei suoi video prende di mira Gesù, sbeffeggiandolo senza un minimo di rispetto. Attaccare il Cristianesimo, si sa, va sempre di moda e suscita sempre scalpore, purtroppo. Del resto, il messaggio cristiano non ha mai avuto “vita facile”. Se poi ci si mette anche un certo modo di fare musica, provocatoria e acritica, a quel punto i limiti si possono ben dire superati. In “Ti porto con meGesù viene ridicolizzato e rappresentato in mezzo a bambole gonfiabili. Nel video “Tutto il contrario” oltre a usare la tecnica del backmasking per enfatizzare il titolo della canzone, Fedez canta delle cose per affermarne l’opposto! Il testo riporta esattamente il contrario di ciò che sono i pensieri dell’artista. Non a caso, oltre a travestirsi da Gesù, in alcune scene indossa una felpa con su scritto: “Jesus died for you” ovvero “Gesù è morto per te”. Ovviamente nulla di più ironico e provocatorio, in quanto, come già specificato, il video e il testo della canzone rappresentano tutto il contrario di ciò che viene cantato. Ma Fedez non è nuovo a questo genere di attacchi. I suoi brani dal titolo “Blasfemia pt. 1” e “Blasfemia pt.2” sono vere e proprie offese contro il Cristianesimo.

Fedez_Illuminati_tour

Anche il video de “L’Amore Eternit” il cui testo dovrebbe far riferimento alla denuncia sociale contro l’uso dell’eternit si trasforma in un’occasione per attaccare nuovamente la chiesa.

L’inizio del videoclip mostra gli abitanti di un paese immaginario la cui esistenza viene sconvolta da un barile contenente una pericolosa sostanza tossica che trasforma gli esseri umani in mostri. Il simbolo utilizzato per rappresentare il “cambiamento” della società è la farfalla monarch (simbolo del progetto sul controllo mentale) che, appesa in un quadro da collezione, prende vita e conduce l’artista in uno scenario apocalittico fatto di donne opportuniste e uomini legati solo ai soldi. Il video nasce da un idea di Fedez, come indicato nei titoli iniziali, che non ha paura delle immagini, anzi, le utilizza per alimentare il suo pensiero. Alcune sono troppo forti, come la scena all’interno della cattedrale. Le raffigurazioni cristiane prendono vita e assistono impassibili a una versione horror dell’eucaristia. Per il rapper la chiesa ti “taglia la lingua”. Il suo pensiero antireligioso porta a un’interpretazione restrittiva del cristianesimo che toglierebbe la libertà di parola senza che ce ne accorgiamo. Ciò che colpisce, infatti, è il comportamento dei fedeli che, come se nulla fosse, si presentano davanti al sacerdote per farsi tagliare la lingua.

A questo punto c’è da chiedersi: che limiti ha la libertà d’espressione? È un tema delicato che richiede di essere affrontato su più piani: morale, giuridico, politico e non sempre le conclusioni collimano. Da un punto di vista morale non è simpatico offendere la fede altrui e ferire gli altri nei propri sentimenti, dunque non è di buon gusto sbeffeggiare religioni o appartenenze razziali, etniche, nazionali. Sono del parere che la libertà di espressione deve essere integrale, senza censure, salvo le offese personali e la calunnia. Poi sta al buonsenso di ogni persona riconoscere il limite tra diffamazione e diritto di esprimersi. Non esiste una libertà che si permetta di offendere gli altri, questa non è vera libertà.

Se, dunque, Fedez è libero di esprimere pubblicamente il suo pensiero anti-cristiano, anch’io sono libero di esprimere la mia visione da credente. Fortunatamente non esiste solo il rap che alimenta la cultura dell’odio. Il mercato musicale è molto vasto e tra i tanti artisti c’è chi promuove la cultura dell’amore. Cito Shoek, Stefano Fresh, 2Soul ma nel panorama del christian rap americano ne esistono tantissimi altri. Anche Nek, pur non essendo un rapper, può essere annoverato tra gli artisti che hanno deciso di dare un messaggio sano, puro e cristiano attraverso la sua testimonianza e le sue canzoni.

shoek_stefano_fresh_2soul

Si parla sempre molto poco di questi artisti, d’altronde fa più scalpore chi provoca rispetto a chi ha un buon messaggio da divulgare. La tendenza della musica a veicolare messaggi diseducativi e modelli distorti della società contemporanea è molto forte. E nell’industria musicale, così come in TV, è più importante apparire che essere. Apparire a tutti i costi, in bene o in male, purché se ne parli. Non importa quale messaggio giunga alla platea, anche se esso potrebbe vanificare ogni sforzo educativo influendo negativamente chi guarda e ascolta. A quanto pare, per il diritto della libertà di espressione, tutto è concesso… Addio buonsenso!

SnapShot(14)

Clicca qui per seguirci anche su Facebook

Pubblicità